Una
“favola” inutile, dannosa e costosa.
Non
siamo d’accordo con questo progetto e spieghiamo il perché:
. Non
sono navigli, sono “vasche”
Il
progetto prevede la realizzazione, lungo la cerchia interna, di
tratti di canale tra loro collegati da una tubatura sotterranea. Non
si tratta quindi di un canale navigabile ma di vasche tra loro
separate, delle quali non sarà neppure possibile vedere l’acqua se
non affacciandosi al bordo (il livello dell’acqua sarà circa 2
metri al di sotto del piano strada).
Non
è meglio presentare ai milanesi il progetto per quello che realmente
è?
-
Non servono ai fini di una navigazione “turistica”
La
realizzazione di pezzi di finto naviglio in un contesto completamente
diverso da quello originale ottocentesco e privo di qualunque
possibilità di navigazione (anche solo a fini turistici) rende
quest'opera inutile, fasulla e artificiosa. Un'operazione
antistorica, culturalmente figlia di una visione da “luna park”,
indegna di Milano.
Non
è meglio intervenire sulle uniche presenze storicamente coerenti dei
navigli antichi, la Conca dell'Incoronata e la Conca di Viarenna, il
cui recupero avrebbe un senso storico museale e che potrebbero essere
riattivate utilizzando percorsi idrici alternativi e già presenti
nel sottosuolo di Milano?
-
Non risolvono i problemi dell’esondazione del Seveso
La
proposta di riapertura dei 5 tratti del naviglio è del tutto
irrilevante sull’attenuazione delle piene del Fiume Seveso e sulle
sue esondazioni nell’area nord della città. Il Seveso può
arrivare a portare a Milano 110 mc di acqua al secondo, mentre il
collegamento intubato per dare acqua alle 5 tratte di “naviglio”
ne sottrarrebbe al massimo 3 mc !
Non
è meglio cercare di risolvere una volta per tutte il problema delle
esondazioni del Seveso?
-
Hanno un costo già assai elevato e destinato ad aumentare di oltre il 160%
Non
c’è alcun progetto concreto, misurabile, tecnico e specifico nella
sua puntuale definizione e
quindi l’operazione non
costerà 150 milioni
(come dice l’Amministrazione) ma
costerà molto di più:
circa 400 milioni. Sono
molte le stime che indicano questo importo per la riapertura dei
cinque tratti, sino ad arrivare a circa 3 miliardi di euro per la
riapertura completa. Il Comune deve spiegare con chiarezza e senza
omissioni da dove verranno prese le risorse da dedicare a questa
onerosa operazione e a cosa vengono sottratte.
Non
è meglio utilizzare questi soldi per migliorare, ad esempio, le
periferie degradate, le case popolari in disfacimento, il verde
urbano, i marciapiedi, i trasporti urbani, ..…..?
-
I milanesi hanno potuto esprimere la loro opinione? NO
Il
dibattito su questo progetto non è stato gestito in modo neutrale:
non è stato un vero débat
public, come si fa ad
esempio in Francia.
Non è stato, cioè, un processo imparziale che – mettendo a fattor
comune informazioni, dati, opinioni informate, rilievi critici,
proposte e controproposte – può anche concludersi con una
decisione contraria o ampiamente modificata. Il Comune di Milano,
sponsorizzando l’intervento, ha già deciso di “fare” e l’esito
è dunque in qualche misura già pregiudicato.
Non
è meglio fare un vero referendum fra i cittadini milanesi per
sentire cosa ne pensano?
Chiediamo
a questa amministrazione di fermarsi.
E
di considerare in modo più approfondito, onesto e trasparente sia il
progetto che le opinioni dei cittadini, prima di imbarcarsi in
un’operazione inutile, che graverà pesantemente sulle tasche dei
milanesi già oberati di tasse.
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Per
approfondire alcuni aspetti critici del Progetto Navigli:
per
informazioni:naviglichefare@gmail.com
Questo appello e il documento di
cui è sopra riportato il link sono sottoscritti da:
Gianni
Beltrame -
Docente di Urbanistica-Politecnico di Milano, già Direttore del
Centro Studi PIM Milano; Luca
Beltrami Gadola
- Direttore di Arcipelago Milano; Alessandro
Paoletti
- Professore Ordinario di Costruzioni Idrauliche – già Politecnico
di Milano; Gianpaolo
Corda
- Docente di Urbanistica Politecnico di Milano, già direttore AMAT-
Milano; Giancarlo
Consonni
- Docente Emerito di Urbanistica – Politecnico di Milano; Eugenio
Galli
- ex Presidente FIAB Ciclobby; Luigi
Santambrogio
- Osservatorio per il Paesaggio Monte Stella Milano; Alberto
Ferruzzi
- Vicepresidente Nazionale Italia Nostra; Giovanni
Bassi
- Consigliere Nazionale Italia Nostra; Lucia
Gremmo
- ex Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici –
Milano; Susanna
Bellarosa -
Coordinamento dei Comitati per i Beni Comuni; Gabriele
Mariani
– Ingegnere; Maria
Carla Baroni
- Economista per l’Ambiente; Graziella
Tonon -
Professoressa
Ordinaria di Urbanistica- già Politecnico di Milano; Fausto
Carnevali, Franz Forcolini, Marco Giachetti, Walter Monici, Angela
Marilena Santelli, Barbara Weith.