venerdì 28 settembre 2018


RIAPERTURA DEI NAVIGLI?

Una “favola” inutile, dannosa e costosa.
 Non siamo d’accordo con questo progetto e spieghiamo il perché:

       .  Non sono navigli, sono “vasche”
Il progetto prevede la realizzazione, lungo la cerchia interna, di tratti di canale tra loro collegati da una tubatura sotterranea. Non si tratta quindi di un canale navigabile ma di vasche tra loro separate, delle quali non sarà neppure possibile vedere l’acqua se non affacciandosi al bordo (il livello dell’acqua sarà circa 2 metri al di sotto del piano strada).
Non è meglio presentare ai milanesi il progetto per quello che realmente è?
  • Non servono ai fini di una navigazione “turistica”
La realizzazione di pezzi di finto naviglio in un contesto completamente diverso da quello originale ottocentesco e privo di qualunque possibilità di navigazione (anche solo a fini turistici) rende quest'opera inutile, fasulla e artificiosa. Un'operazione antistorica, culturalmente figlia di una visione da “luna park”, indegna di Milano.
Non è meglio intervenire sulle uniche presenze storicamente coerenti dei navigli antichi, la Conca dell'Incoronata e la Conca di Viarenna, il cui recupero avrebbe un senso storico museale e che potrebbero essere riattivate utilizzando percorsi idrici alternativi e già presenti nel sottosuolo di Milano?
  • Non risolvono i problemi dell’esondazione del Seveso
La proposta di riapertura dei 5 tratti del naviglio è del tutto irrilevante sull’attenuazione delle piene del Fiume Seveso e sulle sue esondazioni nell’area nord della città. Il Seveso può arrivare a portare a Milano 110 mc di acqua al secondo, mentre il collegamento intubato per dare acqua alle 5 tratte di “naviglio” ne sottrarrebbe al massimo 3 mc !
Non è meglio cercare di risolvere una volta per tutte il problema delle esondazioni del Seveso?
  • Hanno un costo già assai elevato e destinato ad aumentare di oltre il 160%
Non c’è alcun progetto concreto, misurabile, tecnico e specifico nella sua puntuale definizione e quindi l’operazione non costerà 150 milioni (come dice l’Amministrazione) ma costerà molto di più: circa 400 milioni. Sono molte le stime che indicano questo importo per la riapertura dei cinque tratti, sino ad arrivare a circa 3 miliardi di euro per la riapertura completa. Il Comune deve spiegare con chiarezza e senza omissioni da dove verranno prese le risorse da dedicare a questa onerosa operazione e a cosa vengono sottratte.
Non è meglio utilizzare questi soldi per migliorare, ad esempio, le periferie degradate, le case popolari in disfacimento, il verde urbano, i marciapiedi, i trasporti urbani, ..…..?
  • I milanesi hanno potuto esprimere la loro opinione? NO
Il dibattito su questo progetto non è stato gestito in modo neutrale: non è stato un vero débat public, come si fa ad esempio in Francia. Non è stato, cioè, un processo imparziale che – mettendo a fattor comune informazioni, dati, opinioni informate, rilievi critici, proposte e controproposte – può anche concludersi con una decisione contraria o ampiamente modificata. Il Comune di Milano, sponsorizzando l’intervento, ha già deciso di “fare” e l’esito è dunque in qualche misura già pregiudicato.
Non è meglio fare un vero referendum fra i cittadini milanesi per sentire cosa ne pensano?

Chiediamo a questa amministrazione di fermarsi.

E di considerare in modo più approfondito, onesto e trasparente sia il progetto che le opinioni dei cittadini, prima di imbarcarsi in un’operazione inutile, che graverà pesantemente sulle tasche dei milanesi già oberati di tasse.
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Per approfondire alcuni aspetti critici del Progetto Navigli:

per informazioni:naviglichefare@gmail.com
Questo appello e il documento di cui è sopra riportato il link sono sottoscritti da:
Gianni Beltrame - Docente di Urbanistica-Politecnico di Milano, già Direttore del Centro Studi PIM Milano; Luca Beltrami Gadola - Direttore di Arcipelago Milano; Alessandro Paoletti - Professore Ordinario di Costruzioni Idrauliche – già Politecnico di Milano; Gianpaolo Corda - Docente di Urbanistica Politecnico di Milano, già direttore AMAT- Milano; Giancarlo Consonni - Docente Emerito di Urbanistica – Politecnico di Milano; Eugenio Galli - ex Presidente FIAB Ciclobby; Luigi Santambrogio - Osservatorio per il Paesaggio Monte Stella Milano; Alberto Ferruzzi - Vicepresidente Nazionale Italia Nostra; Giovanni Bassi - Consigliere Nazionale Italia Nostra; Lucia Gremmo - ex Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici – Milano; Susanna Bellarosa - Coordinamento dei Comitati per i Beni Comuni; Gabriele Mariani – Ingegnere; Maria Carla Baroni - Economista per l’Ambiente; Graziella Tonon - Professoressa Ordinaria di Urbanistica- già Politecnico di Milano; Fausto Carnevali, Franz Forcolini, Marco Giachetti, Walter Monici, Angela Marilena Santelli, Barbara Weith.