ASPETTI
IDRAULICI
(a
cura di Alessandro Paoletti)
I
principali aspetti idraulici inerenti lo STUDIO DI FATTIBILITÀ PER
LA RIAPERTURA DEI NAVIGLI MILANESI NELL’AMBITO DELLA RIATTIVAZIONE
DEL SISTEMA COMPLESSIVO DEI NAVIGLI E DELLA SUA NAVIGABILITÀ (qui di
seguito per brevità STUDIO RIAPERTURA NAVIGLI) sono:
-
Separazione delle acque provenienti dal Naviglio Martesana da quelle del Seveso e loro convogliamento da via Melchiorre Gioia alla Darsena;
-
Effetti sull’attenuazione del livello di rischio di allagamenti della città per esondazioni del F. Seveso;
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Aspetti inerenti la navigabilità del proposto Naviglio da Cassina de’ Pomm alla Darsena;
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Aspetti idraulici territoriali di scala ampia.
-
La navigabilità turistica Lago Maggiore - Ticino - Milano – Ticino - Po - Adriatico
-
L’intervento di riconnessione dell’Olona con l’Olona Inferiore e il F. Po.
-
Separazione delle acque provenienti dal Naviglio Martesana da quelle del Seveso e loro convogliamento da via Melchiorre Gioia alla Darsena
È
condivisibile la proposta di separare le acque della Martesana da
quelle del Seveso che oggi si uniscono in via Melchiorre Gioia per
poi attraversare insieme Milano da nord a sud nella galleria
idraulica che da via Melchiorre Gioia giunge alla cerchia delle mura
spagnole, percorrendola fino a Porta Romana e corso Lodi, per poi
fuoriuscire da Milano come canale Redefossi. Infatti la separazione e
canalizzazione indipendente della Martesana fino alla Darsena
determinerebbe la possibilità di migliorare e vivificare la qualità
delle acque della Darsena e contemporaneamente di incrementare sia
pure di poco la disponibilità irrigua nel Naviglio Pavese.
È
anche condivisibile la richiesta più volte espressa dalla
cittadinanza e da prestigiose Associazioni culturali di riattivare
con acqua fluente in continuo le antiche e storiche Conche
dell’Incoronata e di Viarenna.
Ed
è quindi condivisibile l’ipotesi di un progetto che, unificando i
due suddetti obiettivi, convogli l’acqua della Martesana da via
Melchiorre Gioia fino al Ponte delle Gabelle e alla Conca
dell’Incoronata e poi, attraversata Milano, raggiunga la Conca di
Viarenna e quindi la Darsena.
Ma
è importante sottolineare come questo duplice obiettivo possa essere
raggiunto anche con altre ipotesi progettuali più agili, meno
impattanti e costose di quella elaborata finora nello STUDIO
RIAPERTURA NAVIGLI. Ipotesi alternative che avrebbero potuto essere
valutate nell’ambito di uno studio di fattibilità realmente teso
al confronto tra soluzioni diverse.
Una
di tali ipotesi, che peraltro sarebbe da approfondire e studiare nel
dettaglio, prevede di riattivare con l’acqua della Martesana
l’antica via d’acqua costituita dal Grande Sevese, antico corso
d’acqua di epoca romana che esiste ancora attraverso Milano, come
attestato da molteplici documenti (ad esempio: Gentile e al.1,
Brown2,
Macis3).
Pertanto, non la riapertura di navigli oggi sepolti, ma la
riattivazione del Grande Sevese e dei due prestigiosi tratti delle
conche dell’Incoronata e di Viarenna ancora esistenti a cielo
aperto e oggi mantenuti tristemente in secco.
L’ipotesi,
che può anche considerarsi come un sotto-sotto insieme della
proposta dello STUDIO RIAPERTURA NAVIGLI, è sinteticamente indicata
nella Figura 1 che riporta la nota planimetria storica dei corsi
d’acqua milanesi nel 1870, con alcune note e aggiunte.
Questa
ipotesi consiste in
-
costruire il nuovo tubo lungo Melchiorre Gioia per separare l’acqua della Martesana da quella del Seveso (punti A – B dello schema): a prescindere dal diametro, su cui si ritorna più oltre, questo tubo è simile a quello del Progetto Navigli ma senza prevedere alcuna apertura di naviglio in Melchiorre Gioia;
-
il suddetto tubo terminerebbe in corrispondenza del Ponte delle Gabelle onde riattivare il tracciato ancora oggi aperto della Conca dell’Incoronata e poi fino a San Marco e alla confluenza nel Canale di via Borgonuovo (punti B – C dello schema) e quindi nel Grande Sevese (punti C – D dello schema);
-
il Grande Sevese trasferirebbe l’acqua lungo il suo attuale percorso fino a piazza Vetra (punti D – E - F dello schema) dove potrebbe rilasciare parte della portata in Vettabbia;
-
da piazza Vetra occorrerebbe riattivare il percorso sotterraneo fino al Naviglio del Vallone (punti F – H dello schema) onde riattivare il tracciato ancora oggi aperto della conca di Viarenna e quindi ancora intubato fino alla confluenza in Darsena (punti H – I dello schema).
Ovviamente
la valutazione di questa ipotesi alternativa richiede molti
approfondimenti conoscitivi, quali ad esempio:
-
caratteristiche strutturali e idrauliche dei suddetti canali ancora esistenti e della loro capacità di accettare e convogliare una nuova portata in sicurezza e senza dispersioni in falda (la dispersione in falda è da evitare per i noti problemi di risalita piezometrica);
-
stima della portata di Martesana compatibile con questo percorso, anche prevedendo interventi riabilitativi atti a risolvere eventuali singolarità; di qui anche la definizione del diametro del tubo A – B;
-
soluzioni idrauliche e architettoniche percorribili per evitare con impermeabilizzazioni che l’acqua si disperda in falda percolando dalle due Conche dell’Incoronata e di Viarenna oggi mantenute in secco (come capitò quando si tentò di immettere acqua da pozzi nella Conca dell’Incoronata).
1
Gentile A., Brown M., Spadoni G., Viaggio nel sottosuolo di
Milano tra acque e canali segreti, Edizione a cura del Comune di
Milano, Milano, 1990
2
Brown M., Ipotesi per la riapertura della fossa interna,
marzo 2012
3
Macis G., I canali di Milano, I e II parte, Vecchia Milano,
2011.
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